Clinicamente, gli adenomi ipofisari non secernenti costituiscono circa la metà degli adenomi ipofisari. La maggior parte sono benigni.
Le principali cause d’insorgenza di tumori ipofisari benigni sono le seguenti:
- in alcuni casi l’ormone è prodotto all’interno della cellula, ma qualcosa non funziona con il sistema di trasporto necessario a rilasciarlo nel flusso ematico
- in alcuni casi le cellule tumorali semplicemente non producono l’ormone
Sintomi
I sintomi più comuni sono legati in genere alle notevoli dimensioni della massa tumorale che va così a comprimere le strutture circostanti.
Quando l’adenoma ipofisario è di notevoli dimensioni (macroadenoma) può crescere all’interno della cavità cranica e arrivare a comprimere il chiasmo ottico portando così a deficit del campo visivo. In casi acuti il paziente può arrivare a poter vedere solo ciò che è situato frontalmente. Molti pazienti comunque non sono consci di tali problemi visivi fino a quando non raggiungono un livello molto acuto.
Altri problemi visivi possono essere la perdita dell’acuità visiva, specialmente quando il macroadenoma cresce e arriva a comprimere il nervo ottico; oppure difficoltà nel percepire colori in modo vivido
Diagnosi
Le immagini neuroradiologiche sono uno dei metodi che possono essere utilizzati per diagnosticare clinicamente la presenza di un adenoma ipofisario non secernente.
I test ormonali sono utili per valutare il dosaggio di ormone ipofisario, così da confermare che non vi è presenza di un eccesso di ormone prodotto dal tumore.
Tra gli esami diagnostici indicati vi sono:
- RM
- Test ormonali
- Esami oculistici
In particolare la RM è indicata per confermare la presenza di una massa tumorale.
Se i sintomi suggeriscono una condizione di ipopituitarismo (cioè la diminuzione di uno degli ormoni normalmente prodotti dall’ipofisi), è possibile procedere ad una valutazione completa del sistema endocrino attraverso esami ematici.
Nel caso di problemi visivi acuti, ulteriori indagini possono essere eseguite da un oftalmologo. Tra queste:
- Valutazione dell’acuità visiva di ciascun occhio
- Valutazione del campo visivo
Opzioni terapeutiche
- Trattamento chirurgico
- Radioterapia
Trattamento chirurgico
Nella maggior parte dei casi di adenoma ipofisario non secernente, la rimozione chirurgica può risultare l’approccio più efficace.
La rimozione dipenderà da:
- La dimensione del tumore
- Se il tumore ha invaso i seni cavernosi
- Se il tumore si è espanso verso le sovrastanti strutture cerebrali.
Nel caso di rimozione totale del tumore, la percentuale di guarigione può arrivare all’80%.
Inoltre l’intervento chirurgico permette
- Un miglioramento della visione nel 75 – 90 % dei casi
- Alleviamento del mal di testa nell’80 – 90 % dei casi
- Soppressione del funzionamento ipofisario nel 10 – 30 % dei casi
Se il tumore ipofisario richiede l’intervento chirurgico, in genere l’approccio per via trans-nasale è il più indicato. Questo è un intervento minimamente invasivo, eseguito per via microchirurgica o endoscopica, che permette di rimuovere il tumore riducendo le possibili complicanze e i tempi di degenza. Questa tecnica tuttavia deve essere eseguita da personale medico specializzato e necessita di tecnologie dedicate.
Tumori di dimensioni maggiori ed estesi nella cavità cranica possono invece richiedere un intervento di chirurgia tradizionale (craniotomia) per poter raggiungere il tumore.
Se anche dopo la chirurgia, si rileva la presenza di alcune cellule tumorali, può essere indicato un trattamento di radioterapia
Radioterapia
La radioterapia può essere utile come intervento di secondo livello per tumori non secernenti. In particolare un intervento di radiochirurgia stereotassica (Gamma Knife) può essere efficace per bloccare la crescita della massa tumorale.